- 2278 m d'altezza.
8°26'56.27" E
46°29'33.65" N
Il toponimo è legato alla presenza di cave da cui un tempo si estraeva la pietra ollare, con cui si costruivano le pigne, ossia le tipiche stufe presenti in numerose località alpine. Ilse Schneiderfranken (1912-1987; dottoressa in scienze economiche), a pagina 123 del suo libro “Ricchezze del suolo ticinese”, Istituto Editoriale Ticinese, Bellinzona, 1943, scrive:
La pietra ollare detta da noi anche « giullia » o « sasso da pigne » è un aggregato composto di talco, serpentino, clorite, mica calcite, magnesite, tremolite e antofillite. È di color grigioverde, saponosa al tatto e possiede la qualità di assorbire molto lentamente il calore e di raffreddarsi pure lentamente; non fonde che a 1200°C circa. Da tempi remoti l'uomo se ne serve perciò per tagliarne delle lastre da stufe. Certe qualità, ancora molli dopo lo scavo, sono state adoperate per la lavorazione di pentole, di vasi, e d'altri oggetti torniti. Le pietre adatte per le lastre da stufe contengono soprattutto talco, clorite e magnesite; la pietra ollare della Valle Peccia invece, atta alla tornitura, ha una composizione tutta diversa: contiene fino al 60 % di antofillite, tremolite e biotite.
Dall’altopiano delle Cave delle Pigne ammiriamo le pareti meridionali del Poncione di Cassina di Baggio, del Poncione di Maniò e della Forcella. Passiamo in prossimità del Laghetto delle Pigne e scendiamo poi in direzione est, fino alla
Capanna Piansecco .
Raggiungiamo l’ospizio di All’Acqua scendendo lungo il sentiero del bosco.
Curiosità: il nome Bedretto deriva da Bedruedo e significa betulleto.